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sabato 1 luglio 2017

La transumanza in Calabria



Monte Raga - Calabria, 30 giugno 2017

E come diceva D’Annunzio...E’ tempo di migrare...
Al calare del sole,  sotto gli ultimi raggi di luce, gli uomini iniziano ad inseguire i vitelli più piccoli per  farli salire sui camion,  per loro lo sforzo del cammino è troppo faticoso. Posso vedere  il vapore che esala dai loro corpi mentre si ammassano spaventati  l’uno contro l’altro. Le madri muggiscono innervosite alla ricerca disperata dei piccoli. Manca poco alla partenza. Concitazione, fatica, gesti e rituali, che affondano le proprie radici in tradizioni ancestrali, si uniscono al rimbombo cupo dello scalpitare della mandria. Un gruppo compatto che aspetta di muoversi ad un segnale. Sembra di  fare un salto indietro nel tempo, verso una realtà lontana decenni. Un tragitto a tappe; chilometri fatti lungo i tortuosi sentieri del monte Raga, illuminati dai raggi della luna; passi scanditi dalle campane appese al collo degli animali; il fortissimo odore del bestiame che non ti abbandona mai. E’ questa la transumanza in Calabria, le cui origini remote sono  legate a doppio filo alle caratteristiche ambientali e climatiche del territorio. I rilievi montani alternati a pianure e valli, la coesistenza di boschi e praterie negli altipiani  e la presenza di terre utili al pascolo invernale, lungo il mare, hanno favorito qui questa forma di attività. È tuttavia nel centro della regione, fra l'altopiano della Sila e la pianura del Crotonese, che si insedia la forma più consistente e duratura di transumanza. Le mucche hanno percorso circa 40 chilometri ed io  in mezzo a questi uomini, fra queste montagne,  ho potuto toccare con mano cosa significa l’eterna lotta  per la sopravvivenza.

 © Vito Finocchiaro

                                                 © Vito Finocchiaro

                                                  © Vito Finocchiaro

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