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Carl De Keyzer Photographer




«Voglio mettere in discussione le immagini che sono nella nostra memoria. C’è sempre un doppio livello nel mio lavoro; quello che si vede è vero e, allo stesso tempo, non lo è».


Biografia


Karl  De Keyzer nasce a Kotrijk, in Belgio, nel 1958. A ventiquattro anni inizia a lavorare come fotografo freelance nella città belga di Gent, mantenendosi facendo anche l’insegnante di fotografia all’Accademia di Belle Arti (Académie royale des beaux-arts de Gand). Lasciata l’accademia, nel 1989, si interessa al lavoro di altri fotografi e decide di fondare una galleria, la XYZ-Photography Gallery.
Fin dagli inizi della sua carriera  non ha voluto porsi limiti nei vari rami del mondo fotografico: dagli scatti commerciali ( Coca Cola, Smart, Diesel, Peugeot), al documentario votato dall’internazionalità, che è stato sicuramente il suo ambito prediletto. India, Cina, Stati Uniti, Cambogia, Gerusalemme, l’ex Unione Sovietica e Costa d’Avorio sono alcuni dei luoghi da lui immortalati nel corso degli anni, sia in momenti di conflitto che in fasi di importante cambiamento. Grandi Riviste come Time Asia , New York Times Magazine , Libération , Le Figaro , Daily Telegraph , Los Angeles Times e Marie Claire Italia hanno ospitato i suoi lavori nelle proprie pagine. Le sue opere sono esposte regolarmente in gallerie di tutta Europa, ma sono conservate  anche in mostre permanenti all’ International Center for Photography di New York e al Getty Museum di Los Angeles. Fin dagli esordi, pubblica regolarmente libri che raccolgono i suoi progetti più importanti: nel 1989 Homo Sovieticus,  nel 2003 Zona (un viaggio nei campi di prigionia siberiani), Trinità nel 2008, che raccoglie gli scatti degli ultimi vent’anni sul tema della politica e del potere. Ha partecipato anche a progetti cinematografici come il film Altiplano di Peter Brosens e Jessica Woodworth di cui è stato still photographer. Dal 1994 è membro della prestigiosa agenzia Magnum Photos .
De Keyzer  affronta temi  molto generali e lavora su progetti di lunga durata: storia, politica, guerra, religione, potere. Narrare storie è il suo principale obiettivo e quindi il suo stile non può ricercarsi in un singolo scatto. Spesso le sue immagini interagiscono con pezzi dei diari di viaggio, diventando dei  grandi tableaux dove l’elemento umano è il tema centrale. Descrivere i cambiamenti in Europa e in America, ricercare Altro in luoghi sconosciuti e lontani, costituisce la sostanza principale che caratterizza tutta la sua carriera, una carriera imperniata a trasformare l’ordinario in epico attraverso meticolose dissezioni.


























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