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Eugene Richards Photographer



Biografia

Eugene Richards è nato nel 1944 a Dorchester, nel Massachusetts. Laureato in Letteratura Inglese e Giornalismo, studia poi fotografia con Minor White. Nel 1968, dopo aver partecipato al movimento di protesta contro la guerra in Vietnam, prende parte al programma AmeriCorps VISTA (Volunteers in Service to America) e viene assegnato all’Arkansas dell’est. Qui contribuisce a fondare un’organizzazione per i servizi sociali e anche un quotidiano locale, con cui da voce al movimento politico degli afro-americani e denuncia l’attività del Ku Klux Klan. Le foto scattate in questo periodo vengono pubblicate nel suo primo libro “Few Comforts or Surprise”. E’ del 1978 la sua seconda monografia e nello stesso anno entra a far parte dell’Agenzia Magnum Photos, una delle agenzie di fotografia più prestigiose al mondo. Tra i suoi libri, pubblicati successivamente, ricordiamo Exploding into Life (1986), che racconta la lotta contro il cancro della sua prima moglie; Cocaine True, Cocaine Blue (1994), un’indagine sull’impatto delle droghe pesanti nelle città americane; The Fat Baby (2004), una collezione di quindici reportage fotografici e testuali; The Blue Room, uno studio a colori sulle case abbandonate dell’America rurale e A Procession of Them, dove affronta il dramma degli istituti psichiatrici.  Grazie ai suoi reportage ha vinto numerosi premi in tutto il mondo,  ha esposto in più di 40 mostre personali negli Stati Uniti e anche in molti altri paesi.

“War Is Personal”

Agli inizi del 2006, la guerra in Iraq è giunta al suo quarto anno. Congresso e media si dibattono su quanto questo  conflitto stesse costando all’America sia in termini economici che di immagine. Turbato dall’indifferenza a questa tragedia, Eugene Richards decide di documentare la vita degli americani colpiti direttamente dalla guerra.
War is personal è uno fra i suoi più noti reportage. Un reportage sui soldati americani che ritornano dai vari fronti di guerra, in particolare dall’Iraq e dall’Afganistan . La foto più famosa è intitolata “Il soldato ferito”. E’, questo, uno studio su esistenze sconvolte, una cronaca di esperienze e percezioni profondamente diverse su cosa vuol dire andare in guerra, restare in attesa e continuare a vivere nel ricordo di chi non c’è più.
“La guerra è un fatto personale e riguarda ognuno di noi anche quando siamo convinti del contrario solo perché le nostre giornate non sono scandite dal susseguirsi di continue esplosioni o perché la mattina per raggiungere il nostro ufficio non siamo costretti a passare attraverso un check point.”
Richards utilizza sia il  dettaglio quanto il totale, riuscendo a passare con disinvoltura da uno  scatto costruito e studiato ad uno scatto istintivo, quasi rubato. L’uso che fa della macchina fotografica può definirsi  cinematografico. Le foto, scattate quasi tutte in bianco e nero, costituiscono una scelta che riflette la condizione in cui i suoi soggetti sono intrappolati, un mondo dove non c’è più spazio per le diverse sfumature di grigio, che di norma riempiono il vuoto fra il bianco e il nero.



 FEW COMFORTS OR SURPRISES
 COCAINE TRUE COCAINE BLUE
COCAINE TRUE COCAINE BLUE
 COCAINE TRUE COCAINE BLUE
 COCAINE TRUE COCAINE BLUE
THE FAT BABY


A PROCESSION OF THEM
A PROCESSION OF THEM

WAR IS PERSONAL: Il soldato ferito
WAR IS PERSONAL
WAR IS PERSONAL




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