Il fotografo del Jazz
Guy Le Querrec nasce a Parigi il 12 maggio del 1941. All’età
di 14 anni scatta le sue prime fotografie con un’Ultra-Fex 4.5 x 6, un regalo
di Natale ai dipendenti della banca dove lavora la madre. Diventa un vero professionista a 26 anni, iniziando a
lavorare in una piccola agenzia di pubblicità, ‘Atelier 3’, a Parigi. Nel 1969 viene
assunto come reporter e responsabile dei servizi fotografici dal settimanale
Jeune Afrique e per due anni consecutivi viaggia tra l’Africa e i paesi del
Maghreb. Entra a far parte della Magnum Photos nel 1976, di cui diventa membro effettivo
nel 1977. La musica, in particolar modo il jazz, occupa un posto importante nel
suo lavoro. I suoi scatti costituiscono una cronaca regolare e molto
significativa dell’universo dei musicisti, dei loro gesti, delle loro movenze e
dei loro ambienti, sia in scena che dietro le quinte, sia nei viaggi che nei
momenti di vita quotidiana. Il suo primo scatto, definito musicale, è per l’artista
Michel Portal di cui ne racconta regolarmente la vita a partire dal 1981. Durante
gli stessi anni partecipa a una trentina
di film, lavorando insieme a musicisti del calibro di Aldo Romano, Louis
Sclavis e Henri Textier. Con la sua Leica Le Querrec ha raccontato negli ultimi
cinquantanni un mondo al margine della Storia ufficiale, dove, indiani,
musicisti, culturisti, contadini, danzatori e gente qualunque sono
immobilizzati al centro dell’unica
storia che conta, la loro, che per estensione diventa anche la nostra. Quella di Guy Le Querrec è una prospettiva sempre fresca. Come dice lo
stesso fotografo: «Guido i miei occhi
come se vedessero le cose per la prima e ultima volta. Non sopporto l’idea di
dimenticare qualcosa che ho visto». In quest’ottica ha documentato tutto,
dalle vacanze degli operai francesi ai cavalieri di Lakota, dalle creature di
Saint-Tropez all’impenetrabile François Mitterrand, osservando i loro gesti, le pose e aspettando il momento
giusto.
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