Biografia
Il genio
della street photography a colori
“Devo ammettere che non sono un
membro della scuola del brutto. Ho grande rispetto per certe nozioni di
bellezza anche se per alcuni sono ormai idee vecchio stile. Certi fotografi
pensano che, ritraendo la tristezza delle persone, stiano trattando un tema
serio. Io non penso che l’infelicità sia più profonda della felicità.”
Saul
Leiter nasce a Pittsburgh nel 1923. Figlio di un rabbino, inizia a interessarsi
all’arte a 23 anni quando si trasferisce a New York per dedicarsi alla pittura.
Nella Grande Mela conosce il pittore Richard Pousette-Dart, appassionato di
fotografia. E’ così che il giovane Leiter comincia ad interessarsi alla fotografia,
ma a scatenare la sua passione furono l’amicizia con il fotoreporter americano
Eugene Smith e la mostra al MoMa su Henri Cartier-Bresson. Nonostante fosse
diventato un brillante fotografo, la pittura ha continuato a far parte della
sua vita e a caratterizzare anche le sue foto. Leiter comincia a scattare in
bianco e nero ma passa ben presto al colore. Si occupa di moda per un ventennio, continuando però a
fare foto, con la sua Leica, per le strade di New York. Della Grande Mela riesce a cogliere una sorta di armonia del
caos metropolitano, sovrapponendo piani e accostando colori come se dovesse
dipingere un quadro. Nel 2005 viene allestita la prima mostra composta esclusivamente da fotografie a
colori alla Howard Greenberg Gallery
di Manhattan. Nel 2006 viene stampato Early
Color, che lo consacra come esponente di punta della New Color Photography.
La sua fotografia
ha attraversato stili e movimenti diversi. Leiter ha sperimentato cromatismi a
tinte piene, influenzato dalla pittura e dal movimento dell’Espressionismo
astratto di Richard Pousette-Dart, componendo i suoi soggetti, nell’inquadratura, secondo un
gusto del tutto personale, scattando molto spesso in verticale e incorniciando i soggetti con
attente scelte stilistiche ed estetiche. Tipiche del suo stile le macchie di
rosso, in contrapposizione con il bianco della neve newyorkese, un accento che
colpendo l’attenzione riesce a creare un fulcro visivo nella composizione. Con i suoi giochi di specchi, le riflessioni, i livelli di profondità e le cornici,
fu un grande innovatore per la sua
epoca. I suoi soggetti sono spesso sfocati e confusi in mezzo alla pioggia o
alla neve, sono riflessi in vetrine appannate dal vapore, sono sfuggenti, circondati
sempre da un aura di mistero, di loro solo dettagli, non è mai chiaro chi sono
o cosa stanno facendo. Sono queste le caratteristiche che rendono le sue
immagini poetiche e affascinanti.
Non fu un fotografo famoso e celebre in vita ma d’altra parte amava dire...
“In order to built a career and to be successful, one
has to be determinated. One has to be ambitius. I much prefer to drink coffee,
listen to music and to paint when i feel like it.” (Per costruire una carriera e per
avere successo, uno deve essere determinato. Bisogna essere ambiziosi.
Preferisco di gran lunga bere un caffè, ascoltare musica e dipingere quando ne
ho voglia).
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