Biografia
Ian Berry nasce nel 1934 a Preston, Lancashire, in Inghilterra.
Nel 1952 si trasferisce in Sudafrica, dove lavora come fotografo professionista
per due quotidiani, tra cui il Daily Mail;
inoltre per un anno collabora anche con Tom Hopkinson alla rivista Drum. Sono di questi anni le fotografie
da lui scattate in Congo, Algeria, Medio ed Estremo Oriente. Inizialmente Berry
si dedica alla fotografia solo marginalmente, con l’esclusivo intento di
diventare un giornalista. Nel 1962 entra a far parte della Magnum Photo invitato
da Henri Cartier-Bresson, a seguito del suo lavoro in Sudafrica, dove era stato
l’unico fotografo ad assistere al massacro di Sharpeville, uno degli eventi più
brutali nella storia dell’apartheid. Le foto da lui scattate in quel contesto
sono state usate in tribunale per provare che la protesta era stata pacifica e
dimostrare l’innocenza delle vittime. Diventa
il primo fotografo a contratto per
l’Observer Magazine e da quel momento i successivi incarichi lo portano a
documentare l’invasione russa della Cecoslovacchia, i conflitti in Israele, in Irlanda,
in Vietnam e Congo; si occupa anche della carestia in Etiopia. Lavora anche per
il National Geographic. Le fotografie di Berry sono state
esposte in tutto il mondo e alcuni sono ora incluse nelle foto della Magnum: Collezione fotografica al Harry Ransom Centro , Università del Texas a
Austin . Le sue pubblicazioni: Gli
Inglesi e Bianchi e neri.
Berry considera l’arte della fotografia come uno strumento
per realizzare reportage sociali e documentaristi, che, meglio di qualsiasi
altro mezzo, sono in grado di rappresentare nel dettaglio le differenti
situazioni in cui ci si viene a trovare. Quella frontale è la prospettiva da
lui preferita, perché comunica
direttamente ciò che accade nell’immagine. Pertanto, che si tratti di guerra o
che si tratti di un’anziana signora sola, l’angolo dell’inquadratura sembra
fissare con estrema precisione sia le emozioni sul volto delle persone, sia
l’isolamento del singolo in lontananza. L’osservatore può, così, vedere nelle
testimonianze fotografiche di Ian Berry
quello che potrebbe leggere in un rapporto dettagliato, mentre la chiarezza
dell’espressione viene sottolineata dal frequente ricorso ai tagli.
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