“ Dove c’è stata guerra o fame, è arrivato anche lo sguardo dell’obiettivo di James Nachtwey “
"Sono stato un
testimone, e queste fotografie sono la mia testimonianza. Gli eventi che ho
immortalato non dovrebbero essere dimenticati e non devono ripetersi"
James Nachtwey
Biografia
Nato
a Syracuse, Stati Uniti, nel 1948, James
Natchwey e’ un fotografo autodidatta con una formazione in arte e scienze
politiche. Prima di iniziare il suo lavoro di fotogiornalista, in un quotidiano
del New Messico, lavora a bordo di navi
della Marina mercantile, fa il camionista e anche l’apprendista montatore nella
redazione di un telegiornale. Nel 1980 si trasferisce a New York come fotografo
freelance. Nel 1981 ottiene il suo primo incarico in Irlanda durante lo
sciopero della fame di alcuni militanti dell' IRA. Da allora si
dedica a documentare guerre e conflitti sociali. Reporter del Time dal
1984, ha lavorato anche per l'agenzia Black Star e nel 1986 diventa membro
della Magnum Photos. Nel 2001 fonda, con altri soci, l'Agenzia VII. Sono i reportage del conflitto
in Vietnam quelli che conducono Natchwey
a dedicarsi alla fotografia di guerra. Non
prende, però, una posizione, non si allinea e non è interessato alle strategie
politiche o alla guerra in generale. Per lui, ogni battaglia è una tragedia,
che colpisce gli individui, le persone e le famiglie. La sua fotografia si
focalizza quindi sulle continue atrocità che una conflitto comporta. E’ sempre pronto a scattare, sempre vicino
all’azione e le sue fotografie hanno la potenza di portare l’osservatore
direttamente sulla scena di guerra. La stessa Agenzia Magnum, scrive un appunto in cui prova a
sintetizzare quello che lo spinge a tornare sui campi di battaglia: «È possibile porre fine, con la fotografia,
a una forma di comportamento umano - la guerra - che è sempre esistita nel
corso della storia?» e ancora «Le proporzioni di questa ambizione sembrano
fuori equilibrio in modo ridicolo. Eppure, si tratta della sola idea che mi ha
sempre motivato». Quante immagini emotivamente difficili da scattare e
difficili da guardare. Molte quelle non realizzate e molte mai mostrate: Corpi
prosciugati dalla carestia, madri che portano in braccio i cadaveri dei figli
avvolti in lenzuoli bianchi, camion che scaricano uomini senza vita nelle fosse
comuni. Ciò che colpisce delle sue foto
è l’attenta composizione. Di fronte al dramma e alla sofferenza, il fotografo
riesce a elevare l’immagine, illuminandola con luce artistica. Le sue
fotografie sono sempre chiare e precise testimonianze. La profonda attenzione
alla composizione è il mezzo con cui Natchwey
informa e comunica la sua personale visione. Attraverso il bianco e
nero, anche le figure più umili diventano protagoniste eroiche di una storia. Scatti
monocromi, di anime scordate, che dichiarano guerra alla guerra, raccontando la
morte con lo sguardo illuminato dei sopravvissuti.
11 settembre 2001 World Trade Center |
11 settembre 2001 World Trade Center |
11 settembre 2001 World Trade Center |
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