All'uomo non capita nulla che dalla natura non sia stato formato a sopportare. Cesare Marco Aurelio Antonino Augusto
Ci sono strade percorribili attraverso tutti i sensi conosciuti, che la fotografia veicola inizialmente tramite gli occhi e, poi lascia agli altri organi di senso la possibilità di tracciare nuovi sentieri per aprirsi un varco, per riconoscere e riconoscersi negli stimoli inviati!
Nelle immagini di Vito Finocchiaro ciò è ancora più tangibile, più reale, più vero!
Immaginate un bambino che osserva il padre lavorare come fotografo, lo segue nella camera oscura, sperimenta con i mezzi messi a sua disposizione cosa significa creare e sviluppare un'immagine da un negativo, nell'era della pellicola, osserva ed impara giorno dopo giorno tutte le varie tecniche, fino ad appropriarsene.
Continuate ad immaginare quel ragazzo divenuto adulto, la padronanza del mezzo fotografico che fotografia dopo fotografia diventa un linguaggio tutto da sperimentare, creazione allo stato puro, dove la luce viene modellata e scolpita dalla sua fantasia.
Siamo abituati a vedere ben definiti sia la forma che il contenuto di un'immagine ma ci sono fotografi come Vito che vanno oltre questo semplice concetto e si indirizzano laddove il contenuto fa parte della forma stessa, dove non esiste divisione tra superficie significante e significato.
Come ogni artista dopo aver appreso i rudimenti di un linguaggio, avendo scelto quello fotografico, padroneggiando la tecnica fino ad averla sviscerata in ogni suo aspetto, quel giovane decide seguendo l'istinto creativo dove dirigersi, cosa affrontare grazie anche all'arrivo dell'era digitale, alle trasformazioni in atto da un punto di vista tecnico-scientifico.
Sperimentazione: un termine che in questo caso comprende creazione, idee, un cantiere come il cervello dove non sono solo le emozioni a dirigere i lavori, ma il bisogno di conoscere, di capire, di tentare nuove ed ardite commistioni tra luce e buio. Un luogo la mente di questo autore dove si incontrano e si fondono i mossi con i bruciati, le geometrie ardite e le prospettive ribaltabili, le simmetrie folgoranti, atmosfere riflesse le une sulle altre, corpi sovrapposti che paiono danzare mentre li si osserva ed appartengono ad una stessa matrice.
Una creatività la sua capace di ribaltare il concetto stesso di armonia per raggiungere un'espressione del visibile che contenga la sensibilità di chi la traduce, la manualità con le capacità di fondere le conoscenze acquisite insieme ad un interesse crescente verso il mondo sensibile.
Perchè Vito ha verso la natura delle cose un interesse sincero, che si mette in discussione continuamente, coniugando un'intelligenza simile al magma emesso da un vulcano, che scende lento lungo i suoi fianchi, denso e ricoperto da una sottile crosta che sottende il fuoco e l'energia primigenia della terra su cui viviamo.
Ci sono tanti modi per essere creativi, Vito ha scelto il più difficile, quello supportato dal ragionamento che si unisce alla sensibilità ma non se ne separa mai, non scegliendo mai esclusivamente la conoscenza a scapito delle emozioni e viceversa non privilegiando il suo istinto trascurando la ragione.
Osservate questi scatti ed immergetevi nell'atmosfera da cui hanno avuto origine:
"E' sera, vivete alla periferia di una città, la luce del centro abitato vi raggiunge sfumata e delle nuvole basse la riflettono fino a renderla palpabile, materica, fino a rivestire ogni cosa: una cancellata, dei fiori, una parete, una scala, dei rami, tutto intorno si impregna di quel riverbero arancione con toni bronzei di un buio morbido come l'ovatta.
Uscite di casa veloci, quelle nuvole e l'umidità non sapete se dureranno a lungo, la polvere della strada e l'aria sono dello stesso tono di colore che veste la vostra pelle, la luce pare aver fermato il tempo ricoprendo tutte le superfici del suo incantamento, facendovi scorgere le forme attraverso nuovi contenuti insiti negli oggetti stessi, nei materiali di cui sono costituiti.
La bellezza di quella sera, di quella luce, di quelle nuvole basse, voi avete la possibilità di fissarla per sempre, attraverso dettagli che ne accentuino l'atmosfera avvolgente, un pathos che il silenzio dilata, che i vostri gesti rimandano come fossero un'eco infinito!
Cominciate a scattare e non sapete cosa otterrete, ma di una cosa siete certi: dovete scattare, provare a fissare quegli istanti catturandone l'anima.
Ecco allora apparire queste immagini, rimanere stupiti e felici emergendo dal contenuto fuso nella luce stessa che riveste ogni forma sensibile.
Ecco rinascere a nuova vita i fiori, le mura di una casa, la strada, le chiome degli alberi, dettagli ora essenza pura della forma cui appartengono, contenuto che scolpisce la forma stessa dall'interno e la riflette all'esterno per mezzo di una scintilla di luce da voi conosciuta, che avete desiderato cristallizzare da sempre nei vostri scatti."
La creatività umana è l'unico aspetto della nostra natura a non conoscere il senso del finito, ad essere immortale grazie ai risultati che pone in essere.
La fotografia di Vito Finocchiaro contiene quel baluginio di infinito che una sera è apparso grazie a delle nuvole scese fino quasi a toccare terra incontrando la luce artificiale di un centro abitato umano e la sensibilità di un uomo che ha impresso in quella luce la sua forma mentis.
Ciò che egli ha visto ed intuito ha reso il fotografo luce, diventando esso stesso parte di quel tutto che ha catturato, trasformandosi nel contenuto che è nella forma e nella materia di tutte le cose conosciute.
Scintilla divina o meno, un umano sentire che ha l'urgenza di essere fissato in un linguaggio, e Vito ha scelto quello fotografico, scrivere con la luce è diventata la sua passione e ragione di vita!
Dalla mente che si avvale della ragione all'istinto che traccia sentieri di luce di inestimabile valore Vito ci hai fatto compiere un viaggio inimmaginabile attraverso la tua forza creativa, un'eruzione apportatrice di infinite riflessioni e domande, stimolante ed affascinante come non mai!
Grazie, un privilegio poter ammirare i tuoi scatti!
Written by: Paola Palmaroli
Official writer for reviews - THE IMAGINARIUM™
Nelle immagini di Vito Finocchiaro ciò è ancora più tangibile, più reale, più vero!
Immaginate un bambino che osserva il padre lavorare come fotografo, lo segue nella camera oscura, sperimenta con i mezzi messi a sua disposizione cosa significa creare e sviluppare un'immagine da un negativo, nell'era della pellicola, osserva ed impara giorno dopo giorno tutte le varie tecniche, fino ad appropriarsene.
Continuate ad immaginare quel ragazzo divenuto adulto, la padronanza del mezzo fotografico che fotografia dopo fotografia diventa un linguaggio tutto da sperimentare, creazione allo stato puro, dove la luce viene modellata e scolpita dalla sua fantasia.
Siamo abituati a vedere ben definiti sia la forma che il contenuto di un'immagine ma ci sono fotografi come Vito che vanno oltre questo semplice concetto e si indirizzano laddove il contenuto fa parte della forma stessa, dove non esiste divisione tra superficie significante e significato.
Come ogni artista dopo aver appreso i rudimenti di un linguaggio, avendo scelto quello fotografico, padroneggiando la tecnica fino ad averla sviscerata in ogni suo aspetto, quel giovane decide seguendo l'istinto creativo dove dirigersi, cosa affrontare grazie anche all'arrivo dell'era digitale, alle trasformazioni in atto da un punto di vista tecnico-scientifico.
Sperimentazione: un termine che in questo caso comprende creazione, idee, un cantiere come il cervello dove non sono solo le emozioni a dirigere i lavori, ma il bisogno di conoscere, di capire, di tentare nuove ed ardite commistioni tra luce e buio. Un luogo la mente di questo autore dove si incontrano e si fondono i mossi con i bruciati, le geometrie ardite e le prospettive ribaltabili, le simmetrie folgoranti, atmosfere riflesse le une sulle altre, corpi sovrapposti che paiono danzare mentre li si osserva ed appartengono ad una stessa matrice.
Una creatività la sua capace di ribaltare il concetto stesso di armonia per raggiungere un'espressione del visibile che contenga la sensibilità di chi la traduce, la manualità con le capacità di fondere le conoscenze acquisite insieme ad un interesse crescente verso il mondo sensibile.
Perchè Vito ha verso la natura delle cose un interesse sincero, che si mette in discussione continuamente, coniugando un'intelligenza simile al magma emesso da un vulcano, che scende lento lungo i suoi fianchi, denso e ricoperto da una sottile crosta che sottende il fuoco e l'energia primigenia della terra su cui viviamo.
Ci sono tanti modi per essere creativi, Vito ha scelto il più difficile, quello supportato dal ragionamento che si unisce alla sensibilità ma non se ne separa mai, non scegliendo mai esclusivamente la conoscenza a scapito delle emozioni e viceversa non privilegiando il suo istinto trascurando la ragione.
Osservate questi scatti ed immergetevi nell'atmosfera da cui hanno avuto origine:
"E' sera, vivete alla periferia di una città, la luce del centro abitato vi raggiunge sfumata e delle nuvole basse la riflettono fino a renderla palpabile, materica, fino a rivestire ogni cosa: una cancellata, dei fiori, una parete, una scala, dei rami, tutto intorno si impregna di quel riverbero arancione con toni bronzei di un buio morbido come l'ovatta.
Uscite di casa veloci, quelle nuvole e l'umidità non sapete se dureranno a lungo, la polvere della strada e l'aria sono dello stesso tono di colore che veste la vostra pelle, la luce pare aver fermato il tempo ricoprendo tutte le superfici del suo incantamento, facendovi scorgere le forme attraverso nuovi contenuti insiti negli oggetti stessi, nei materiali di cui sono costituiti.
La bellezza di quella sera, di quella luce, di quelle nuvole basse, voi avete la possibilità di fissarla per sempre, attraverso dettagli che ne accentuino l'atmosfera avvolgente, un pathos che il silenzio dilata, che i vostri gesti rimandano come fossero un'eco infinito!
Cominciate a scattare e non sapete cosa otterrete, ma di una cosa siete certi: dovete scattare, provare a fissare quegli istanti catturandone l'anima.
Ecco allora apparire queste immagini, rimanere stupiti e felici emergendo dal contenuto fuso nella luce stessa che riveste ogni forma sensibile.
Ecco rinascere a nuova vita i fiori, le mura di una casa, la strada, le chiome degli alberi, dettagli ora essenza pura della forma cui appartengono, contenuto che scolpisce la forma stessa dall'interno e la riflette all'esterno per mezzo di una scintilla di luce da voi conosciuta, che avete desiderato cristallizzare da sempre nei vostri scatti."
La creatività umana è l'unico aspetto della nostra natura a non conoscere il senso del finito, ad essere immortale grazie ai risultati che pone in essere.
La fotografia di Vito Finocchiaro contiene quel baluginio di infinito che una sera è apparso grazie a delle nuvole scese fino quasi a toccare terra incontrando la luce artificiale di un centro abitato umano e la sensibilità di un uomo che ha impresso in quella luce la sua forma mentis.
Ciò che egli ha visto ed intuito ha reso il fotografo luce, diventando esso stesso parte di quel tutto che ha catturato, trasformandosi nel contenuto che è nella forma e nella materia di tutte le cose conosciute.
Scintilla divina o meno, un umano sentire che ha l'urgenza di essere fissato in un linguaggio, e Vito ha scelto quello fotografico, scrivere con la luce è diventata la sua passione e ragione di vita!
Dalla mente che si avvale della ragione all'istinto che traccia sentieri di luce di inestimabile valore Vito ci hai fatto compiere un viaggio inimmaginabile attraverso la tua forza creativa, un'eruzione apportatrice di infinite riflessioni e domande, stimolante ed affascinante come non mai!
Grazie, un privilegio poter ammirare i tuoi scatti!
Written by: Paola Palmaroli
Official writer for reviews - THE IMAGINARIUM™
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