Cosa vuol dire povertà?
Ce lo siamo mai chiesto veramente?
“Filosofando”
un po’ direi che la povertà è un “fenomeno spaventoso” che “intrappola un
quinto di tutti gli abitanti della terra rendendo loro impossibile utilizzare i
talenti che posseggono per realizzare il loro potenziale”...ma le parole sono
parole e tali rimangono. La realtà è ben altra cosa. La realtà è ancora più
aspra e crudele. Ti spiazza, ti toglie le parole, ti annienta i pensieri.
Queste immagini sono il frutto di un’esperienza e del desiderio di raccontarla.
Luoghi fuori dal tempo, gesti semplici, un mondo distante dal nostro anni luce.
Un angolo di terra, fra Maras e Cuzco, un tempo l’ombelico del mondo, dove puoi
tastare l’essenza della povertà. In Perù la povertà è dietro ogni angolo e i
bambini ne sono il triste emblema. Sono più di 3 milioni e quasi tutti destinati dalle famiglie ai mestieri più duri
e pericolosi: dalla raccolta delle foglie di coca, nelle coltivazioni
clandestine, ai turni in fabbrica, fino ad arrivare ad un esercito di piccoli venditori
ambulanti esposti alle tante insidie delle città. Sono bambini invisibili, eternamente
in lotta con miseria e violenza. Maltrattati all’interno delle loro stesse famiglie,
talvolta venduti, sopravvivono alle giornate mendicando e rubando. Carcasse di
lamiere, fango e terra cruda sono quelle che loro chiamano case. Un misero
sacchetto di riso, farina e zucchero i loro doni. Nei loro sguardi, però, c’è ancora
quella purezza di chi guarda il mondo con speranza...Sono, questi, bambini senza
infanzia...sono bambini poveri....sono come piccoli fiori senza sole...
da Viaggio in Perù di Vito Finocchiaro
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