Viaggio fotografico tra Popoli, cultura e tradizioni
MARTEDI' 25 OTTOBRE
2016... Aeroporto di
Catania, carichi di entusiasmo e pronti per una nuova avventura. Un viaggio di
dialogo tra due culture, tra due mondi lontani, il nostro e il Messico, ma a
tratti simili.
Ci
imbarchiamo sul volo per Roma Fiumicino. Volo AZ676, Gate 13, boarding time ore
09.35, partenza per Città del Messico ore 10.25.
Tredici
ore di volo no-stop, senza chiudere occhio e quattro films visti. Finalmente arriviamo
a Mexico City. La
voglia di immergerci in questa realtà è davvero così tanta che senza perdere tempo ci catapultiamo
nel centro della città, a El Zocalo, o Plaza de la Constitución, cuore di
questa metropoli. In questa grande piazza, tanti sono i particolari che fanno
di questo Paese un grande luogo ricco di storia, ma, al tempo stesso, di enormi
contraddizioni. Il nostro obiettivo, però, è scoprire la vera anima del
Messico. L’essenza dei Messicani. Nemmeno
gli effetti del jet-lag ci impediscono una sveglia all’alba e cinque ore di
Pullman ci portano verso una destinazione totalmente sconosciuta, Tlaola.
Mentre attraversiamo la regione della sierra Norte, nello Stato di Puebla, ci
rendiamo conto della devastazione causata dal recente Uragano Earl. Montagne
franate, villaggi distrutti, strade inghiottite dal fango. L’incertezza è la
nostra compagna di viaggio. Non sappiamo cosa ci attende davvero tra queste
montagne. Qualcuno dietro di noi ricorda le vittime...i bambini soprattutto.
Undici vittime innocenti della furia della natura. Arrivare a Tlaola non è
semplice. Scendiamo a Necaxa e prendiamo un colectivos per Las Colonias.
Comincia a fare buio e mentre il furgoncino si inerpica per le strade di queste
montagne ci rendiamo davvero conto di essere catapultati in una realtà che
sembra diversa anni luce dalla nostra. Da Las Casas con un Taxi arriviamo finalmente
al villaggio di Tlaola, nella “Casa de la Mujer Indigena Yoltika". Circa
mille anime. Niente linea per il cellulare e un solo punto wifi, dove con 15
pesos puoi collegarti per tre ore. Unico sostentamento l’agricoltura. Questo è
Il Messico autentico, quello fatto di gente comune, che vive con poco, ma che
porta dentro di sé secoli di storia e di tradizioni. Questi sono gli indigeni
Nahua di Tlaola. La Famiglia Nolasco ci accoglie come solo questa gente,
dall’animo buono e nobile, sa fare. Musica, colore, calore familiare, canti e
cena tipica, organizzati per il nostro arrivo. Ci siamo integrati talmente bene
che non riusciamo più a capire quando siamo arrivati. La sensazione è quella di
essere in questo luogo da sempre. Man mano ci rendiamo conto di cosa accade a
Tlaola. Un villaggio sperduto tra le montagne, ma un luogo che da anni lancia
un messaggio al mondo...lottare per i propri diritti. I diritti che qui sono
negati alle donne da sempre, anche i più basilari. Il lavoro delle donne di
Tlaola non è un lavoro come tanti. Ha un significato profondissimo. E’ un
lavoro svolto per dare vita a un’alternativa economica alle donne indigene e contadine di questa terra.
Un lavoro creato per riscattarsi da una tripla discriminazione, quella di
essere donne, di essere indigene e di essere povere. Donne, queste, che hanno
voluto fare la differenza, creando un progetto per se stesse, per le loro
figlie, per le figlie delle generazioni
future e per quelle di un’intera Nazione. Donne che, per questo, sono state
additate come pazze e rivoltose, maltrattate e mal giudicate...Donne forti che
però non si sono arrese. Da loro, dal loro sacrificio, da una piccola donna
Luci, nel 1992, è nata l’Impresa di Economia Sociale e Solidale chiamata
“Mopampa”, che in lingua Nahuatl significa “Per Te”. Donne orgogliose e
appassionate che raccolgono i frutti della terra per fare impresa, nobilitando
il territorio dove sono nate e cresciute.
Queste sono le donne di Tlaola... depositarie dei segreti della
lavorazione del peperoncino serrano....[..] END PART
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