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mercoledì 11 gennaio 2017

Travel Diary di Vito Finocchiaro e Marco Scintilla - La magia del Messico

Viaggio fotografico tra Popoli, cultura e tradizioni



MARTEDI' 25 OTTOBRE 2016... Aeroporto di Catania, carichi di entusiasmo e pronti per una nuova avventura. Un viaggio di dialogo tra due culture, tra due mondi lontani, il nostro e il Messico, ma a tratti simili.
Ci imbarchiamo sul volo per Roma Fiumicino. Volo AZ676, Gate 13, boarding time ore 09.35, partenza per Città del Messico ore 10.25.
Tredici ore di volo no-stop, senza chiudere occhio e quattro films visti. Finalmente arriviamo a Mexico City. La voglia di immergerci in questa realtà è davvero così  tanta che senza perdere tempo ci catapultiamo nel centro della città, a El Zocalo, o Plaza de la Constitución, cuore di questa metropoli. In questa grande piazza, tanti sono i particolari che fanno di questo Paese un grande luogo ricco di storia, ma, al tempo stesso, di enormi contraddizioni. Il nostro obiettivo, però, è scoprire la vera anima del Messico. L’essenza dei Messicani. Nemmeno gli effetti del jet-lag ci impediscono una sveglia all’alba e cinque ore di Pullman ci portano verso una destinazione totalmente sconosciuta, Tlaola. Mentre attraversiamo la regione della sierra Norte, nello Stato di Puebla, ci rendiamo conto della devastazione causata dal recente Uragano Earl. Montagne franate, villaggi distrutti, strade inghiottite dal fango. L’incertezza è la nostra compagna di viaggio. Non sappiamo cosa ci attende davvero tra queste montagne. Qualcuno dietro di noi ricorda le vittime...i bambini soprattutto. Undici vittime innocenti della furia della natura. Arrivare a Tlaola non è semplice. Scendiamo a Necaxa e prendiamo un colectivos per Las Colonias. Comincia a fare buio e mentre il furgoncino si inerpica per le strade di queste montagne ci rendiamo davvero conto di essere catapultati in una realtà che sembra diversa anni luce dalla nostra. Da Las Casas con un Taxi arriviamo finalmente al villaggio di Tlaola, nella “Casa de la Mujer Indigena Yoltika". Circa mille anime. Niente linea per il cellulare e un solo punto wifi, dove con 15 pesos puoi collegarti per tre ore. Unico sostentamento l’agricoltura. Questo è Il Messico autentico, quello fatto di gente comune, che vive con poco, ma che porta dentro di sé secoli di storia e di tradizioni. Questi sono gli indigeni Nahua di Tlaola. La Famiglia Nolasco ci accoglie come solo questa gente, dall’animo buono e nobile, sa fare. Musica, colore, calore familiare, canti e cena tipica, organizzati per il nostro arrivo. Ci siamo integrati talmente bene che non riusciamo più a capire quando siamo arrivati. La sensazione è quella di essere in questo luogo da sempre. Man mano ci rendiamo conto di cosa accade a Tlaola. Un villaggio sperduto tra le montagne, ma un luogo che da anni lancia un messaggio al mondo...lottare per i propri diritti. I diritti che qui sono negati alle donne da sempre, anche i più basilari. Il lavoro delle donne di Tlaola non è un lavoro come tanti. Ha un significato profondissimo. E’ un lavoro svolto per dare vita a un’alternativa economica alle  donne indigene e contadine di questa terra. Un lavoro creato per riscattarsi da una tripla discriminazione, quella di essere donne, di essere indigene e di essere povere. Donne, queste, che hanno voluto fare la differenza, creando un progetto per se stesse, per le loro figlie, per  le figlie delle generazioni future e per quelle di un’intera Nazione. Donne che, per questo, sono state additate come pazze e rivoltose, maltrattate e mal giudicate...Donne forti che però non si sono arrese. Da loro, dal loro sacrificio, da una piccola donna Luci, nel 1992, è nata l’Impresa di Economia Sociale e Solidale chiamata “Mopampa”, che in lingua Nahuatl significa “Per Te”. Donne orgogliose e appassionate che raccolgono i frutti della terra per fare impresa, nobilitando il territorio dove sono nate e cresciute.  Queste sono le donne di Tlaola... depositarie dei segreti della lavorazione del peperoncino serrano....[..] END PART 






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