Pagine

venerdì 13 gennaio 2017

Vito Finocchiaro e Marco Scintilla - La magia del Messico...second part

[...]Lasciare Tlaola e la sua Gente non è stato facile. Un nodo alla gola ha accompagnato il nostro viaggio per ore. Solo l’arrivo a Huauchinango ci distoglie dalla tristezza con i colori e gli aromi del suo mercato comunale. Quartieri dai colori accesi, atmosfera surreale e poi uno strano incontro...una Signora molto distinta, elegantemente vestita, un cappello sgargiante...ossuta e scheletrica... Catrina! Si “aggira” per le strade e i quartieri con i suoi raffinati abiti ottocenteschi e ti preannuncia quella che è per il popolo messicano una delle feste più importanti dell’anno: la Dia de Muertos, la festa dei morti.  Ovunque c’è aria di festa.  Dimenticatevi abiti a lutto, lumini o crisantemi. In questa parte del mondo la Commemorazione dei Defunti è un colorato carnevale. Due strade parallele, quella messicana e la nostra che sembrano simili ma che in realtà sono diverse nella loro essenza primordiale. Tristezza, riflessione, ricordo, nella mente e nel cuore di noi italiani; allegria e gioia nelle case messicane per un surreale ritorno dei loro cari defunti. Una porta aperta con l’altro mondo, un confine che si assottiglia e che per poche ore lascia “passare” chi non c’è più. Bisogna farsi trovare preparati. Porte spalancate, cempasúchil (i fiori dei morti) sparsi a terra, pan de muertos ovunque...per rendere omaggio a chi “torna”. La morte...una rinascita. Il viaggio delle anime da un  luogo che gli Aztechi chiamavano Mictlan. Lasciamo Huauchinango e dopo una sosta a Morelia, il nostro viaggio ci porta sul Lago di Patzcuaro, dove, secondo la tradizione indigena, sarebbe iniziata la Storia del Messico. Ogni suo angolo trasuda fascino, cultura e poesia. Questi sono giorni carichi di elettricità, di fermento... Lo spirito della tradizione, il senso di appartenenza alla propria comunità che si rinnovano. Si puliscono le tombe; si fanno veglie funebri, si prepara da mangiare. Sentieri di petali gialli segnano la via fino agli altari  preparati nelle case. Su ogni altare i quattro elementi naturali: l’aria con il “papel picado”, il fuoco con le candele, la terra con il cibo e l’acqua. Non manca il sale, simbolo di saggezza. Tutto è pronto per accogliere e omaggiare chi sta per “tornare”. Nella notte, centinaia di  barche, come in una sorta di pellegrinaggio, sono approdate sull'isola di Janitzo. Una miriade di lanterne, come una notte stellata, hanno illuminato i sentieri dell’isola fino al cimitero. Magia e mistero hanno avvolto tutto e tutti. Immediato, nella mente, un pensiero, una sorta di parallelismo...Avalon, la leggendaria isola, luogo magico di trasformazione e rinascita. Finalmente è il gran giorno...La Morte sfila per le strade, nei quartieri, si ferma nelle piazze. Tutto ruota intorno a lei... Catrina socializza con tutte le sue "vittime",  sorridente, raffinata, elegante,  e le invita a godersi la vita, finchè si è in tempo!!!
 Due settimane volate in fretta... tante cose ancora da scoprire e pochissimo tempo a disposizione.... un viaggio sentito, fortemente vissuto in una terra dove il tempo sembra essersi fermato. Nella mente fotogrammi rallentati di antichi e misteriosi rituali, di grandi Civiltà passate, di tradizioni tramandate e perennemente rinnovate. Gente, volti, occhi che ti affascinano con nobile semplicità. Una semplicità che ti conquista, ti ruba l’anima. Paesaggi mutevoli, a tratti aridi, a tratti floridi e sgargianti. Il ritorno rende Marco e me molto malinconici...Ore interminabili di viaggio, sguardi fuori da un finestrino persi nell’orizzonte. Pensieri immersi in una realtà che a tratti sembra essere lontana anni luce dalla nostra. Ci accorgiamo, improvvisamente, come se ci svegliassimo da un sogno, delle nostre compagne di viaggio. Mute, solitarie, hanno costantemente seguito il nostro percorso e custodito, inconsapevoli, i nostri pensieri...le nuvole. Nuvole grandi, impalpabili, eteree, così vicine eppure lontanissime, che colorano di bianco e rosa un cielo di un azzurro intenso...sono le nuvole messicane...finito e infinito che si incontrano, si toccano. Mutano sotto ai nostri occhi, si trasformano, gettano ombre, ma aprono anche squarci di luce...si rincorrono perennemente e sembrano plasmare il destino di questi luoghi e di questa gente....Mexico City  Catania...
Il  Messico è ormai lontano...ma la sua magia è ancora dentro di noi.

                                                    Vito Finocchiaro
                                                    Marco Scintilla













..

                                                                                         


Nessun commento: