Descrivere la Sicilia, anche per
me, che qui sono nato e cresciuto, non è di certo cosa facile. Tante sarebbero
le pagine da scrivere, tante le cose da dire e i luoghi da raccontare. Noi
stessi Siciliani, per anni, troppi, amareggiati e forse condizionati da
stereotipi che orrendamente hanno descritto questa terra e da pregiudizi che ci
hanno etichettati e marchiati a causa dei tristi e noti avvenimenti che hanno
intriso di sangue le nostre strade, abbiamo pensato a quest’isola come ad un
punto di partenza, un luogo da abbandonare, rifiutare, per andare a cercare il
nostro destino altrove. Ma la vera Sicilia non è questa e questi non sono i
Siciliani! La Sicilia è altro, la sua essenza direi che è quasi magica, sì
difficile da dire e da capire, ma di certo non è quella che molti continuano
ancora ad accostare solo ed esclusivamente ai tristi avvenimenti di mafia,
trascurando e oscurando, per comodo personale, per mera ignoranza o in nome di
una giustificata e doverosa documentazione, quella che è la vera anima di
questa terra e quello che nei secoli ha rappresentato per chi ne ha esaltato in
versi e parole fascino e bellezza. Un set naturale a cielo aperto, tappa
esistenziale e ispirazione creativa anche per i grandi del nostro mondo cinematografico,
da Luchino Visconti a Pier Paolo Pasolini... Quest’ultimo venne in Sicilia
nel maggio del 1959 e vi fece ritorno nel luglio dello stesso anno per un
reportage della rivista Successo... “Avevo sempre pensato e detto che la città
ove preferisco vivere è Roma, seguita da Ferrara e Livorno. Ma non avevo visto
ancora, e conosciuto bene, Reggio, Catania, Siracusa. Non c’è il minimo dubbio
che vorrei vivere qui: vivere e morirci, non di pace, come Lawrence a Ravello,
ma di gioia” e ancora “ la
gente è tutta fuori, ed è la più bella gente d’Italia, razza purissima,
elegante, forte e dolce” (da <Pier Paolo Pasolini e l’Etna – Il Deserto e il Grido> di Sebastiano Gesù). Cultura, tradizioni,
contraddizioni, profumi, colori, fanno della Sicilia un ricco e affascinante
palinsesto su cui il tempo ha scritto e riscritto la sua storia. «L'Italia
senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si
trova la chiave di tutto» [...] «La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni
cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l'unità armonica del cielo col
mare e del mare con la terra...chi li ha visti una sola volta, li possederà per
tutta la vita», così scriveva Goethe nel suo "Viaggio in Italia” e
ancora «In tutta la storia della razza umana nessuna terra e nessun popolo
hanno sofferto in modo altrettanto terribile per la schiavitù, le conquiste e
le oppressioni straniere, e nessuno ha lottato in modo tanto indomabile per la
propria emancipazione come la Sicilia e i siciliani», scriveva Karl
Marx-Friedrich Engels nelle sue Opere
complete. E’ questa la Sicilia, la mia terra...una terra della cui vera
natura noi stessi siciliani dobbiamo riappropriarci. Basta sempre e solo
dolore, morti ammazzati e bambini con le armi in pugno. Basta con la Sicilia
icona della mafia. Non continuiamo a fare vivere le nuove generazioni con un’etichetta attaccata alla loro carne,
un marchio indelebile che non gli
appartiene. Chi ha mezzi e opportunità , mostri anche l’altra Sicilia, perché ,
a voler adattare una frase di Roland Barthes “Quelli che trascurano di rileggere si condannano a leggere sempre la
stessa storia”...ma la cosa peggiore è che condannano, loro malgrado, anche
gli altri!
Vito Finocchiaro
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